Erbe mangerecce

Il mestiere più antico del mondo, probabilmente, è quello del raccoglitore di erbe. L'uomo ha da sempre sfruttato l'immensa varietà delle piante spontanee per nutrirsi, imparando gradualmente a riconoscerle e ad usarle nel modo migliore.
Sono circa un migliaio le specie vegetali descritte nel I° secolo d.C. da Plinio nella sua monumentale Naturalis Historia, conosciute ed usate a quei tempi sia come cibo che come medicina.
Attualmente, nel mondo le piante coltivate e destinate all'alimentazione umana si riducono a poche decine di specie. Oggi giorno circa 30 piante o gruppi di specie affini, come ad esempio gli agrumi, coprono più del 90% del fabbisogno nutritivo mondiale.
L'agricoltura intensiva su larga scala ha favorito la coltivazione di poche piante, selezionate attraverso gli incroci e le ibridazioni, più adatte per sopportare i trattamenti chimici e gli standard della produzione su larga scala: monocoltura, meccanizzazione, raccolta precoce e così via.
Con le tecniche di modificazione genetica, poi, si va sempre più nella direzione dell'uniformità e dell'appiattimento nella scelta delle piante da coltivare.


VARIETA' E PREVENZIONE

Al contrario di quanto facevano i nostri progenitori, oggi ci nutriamo di un numero estremamente ridotto di specie vegetali, ed in questo modo riduciamo anche l'insieme delle sostanze nutritive e protettive assunte attraverso l'alimentazione.
La scienza dell'alimentazione fa passi da gigante, ma siamo ancora lontani dall'aver identificato tutte le sostanze attive presenti nelle piante alimentari.
L'organismo umano ha bisogno di un'estrema varietà di nutrienti e sostanze attive ogni giorno, non solo per alimentarsi in modo completo, ma anche per proteggersi dalle malattie e per prolungare la vita. Una dieta ricca e differenziata riduce il rischio di carenze o eccessi nutritivi: più il cibo è ripetitivo, maggiori sono i rischi di carenze di sostanze nutrizionali ad esempio sali minerali, oligoelementi, vitamine, proteine, enzimi, sostanze protettive.
Le piante spontanee, tra l'altro, sono dei veri e propri "concentrati" di sostanze attive: ad esempio la malva contiene una quantità enorme di vitamina A, circa 1200 mcg per 100 g, un vero primato fra tutti gli alimenti.


UNA GRANDE RISORSA ALLA PORTATA DI TUTTI

Con il tempo, abbiamo dimenticato che le piante, oltre ad essere coltivate, possono essere anche semplicemente raccolte; abituati a trovare il cibo già pronto nei supermercati, nei negozi, stiamo perdendo una parte importante della nostra cultura. Le piante che osserviamo durante una passeggiata sono solo un insieme indistinto di "verde", e poche persone sono in grado di riconoscere ed usare quelle che per i nostri padri erano amiche conosciute ed amate. Ma le piante spontanee possono diventare un motivo di grande soddisfazione con poca fatica. Muniti di un buon atlante fotografico per il riconoscimento, o guidati da un esperto, possiamo imparare facilmente a riconoscere alcune delle tante piante spontanee commestibili, perfette per integrare la dieta con sostanze preziose. Prepariamoci ad una esperienza gastronomica veramente interessante: le piante spontanee sono particolarmente gustose! La loro ricchezza di sostanze attive si riflette anche nel gusto ricco e variegato a differenza dei sapori sconosciuti di molte verdure coltivate e vendute dalla grande distribuzione. Le piante spontanee ci permettono di fare una specie di "viaggio nel tempo" gastronomico, per comprendere quali potevano essere i sapori del cibo dei nostri antenati. Riconoscere, raccogliere ed usare in cucina le piante selvatiche è facile e divertente e può aiutarci a riconquistare quel contatto con la natura che diventa sempre più difficile per chi vive in città.